Виступ Посла України в Італії Є.Перелигіна на міжнародній конференції "Яке майбутнє України?", що проходила м.Тренто
Опубліковано 23 червня 2015 року о 16:39

10 червня 2015 р. в рамках візиту до регіону Трентіно-Альто-Адідже Посол України Є.Перелигін взяв участь у роботі міжнародної конференції "Яке майбутнє України?", що проходила у старовинному приміщенні муніципальної бібліотеки м.Тренто.

 

Gentili participanti al Сonvegno ,

Stasera vorrei invitarVi per la discussione della questione che preoccupa tutti noi –europei. Si tratta della situazione internazionale nell’Europa attuale e della futura posizione e del ruolo dell’Ucraina nell’Europa. Io credo che tutti voi dovreste essere interessati a discuttere il problema della grave dannegiamento del sistema dell’ordine internazionale che si era instaurato dopo la Guerra Fredda in Europa. Sarò sincero: se questo ordine non è ancora distrutto, allora la sua fine si sta avvicinando. E’ il motivo di questo è l’aggressione russa oppure, in altre parole, la sua politica estera aggressiva.

Putroppo, la politica russa di agressione è stata concentrata sul mio paese.

Già prima del 2014, la Russia, con metodi diversi, provò a manifestare il suo atteggiamento imperiale nei confronti dell’Ucraina indipendente e sovrana.

Ancora nel 1995 Boris Eltsyn proclamò il rinnovo dell’unità politica, economica e culturale della Russia con i paesi dell’ex URSS, come la linea strategica della Federazione Russa. In questo modo, già vent’anni fa, Mosca si pose come obbiettivo l’annientamento della sovranità dell’Ucraina.

Durante gli anni duemila la Russia non abbandonava i tentativi di destabilizzare la situazione in Ucraina, inoltre la guerra di agosto 2008 contro la Georgia confermò la possibilità dell’uso, di fatto impunito, delle forze armate russe sul territorio dei paesi dell’ex URSS. Così si è passati a preparare un’aggressione militare diretta contro l’Ucraina.

Uno degli strumenti in questo processo preparativo é stato il supporto propagandistico della futura avanzata. Un altro strumento della pressione russa sull’Ucraina è stato il gas metano, con il quale si crearono le possibilità di dissanguare la nostra economia.

Proprio per questo, quando nell’estate del 2013 si capì che a Vilnius, a novembre, veramente si sarebbe potuto firmare l’Accordo di Associazione con l’UE, la Russia riuscì a utilizzare tutti i suoi strumenti di pressione sull’Ucraina. Fortunatamente il popolo ucraino ha potuto reggere questa pressione e nel febbraio 2014 ha fatto una scelta definitiva per l’Europa.

Inoltre, bisogna ricordare che in questo periodo dificile di febraio 2014 la Russia ha iniziato l’annessione della Crimea ancora prima della caduta del presidente Janukovich e della sua fuga.

In conseguenza la Crimea non è stata solamente staccata dall’Ucraina ma annessa ufficialmente alla Russia. Questo ha permesso a Putin di far salire i consensi interni alle cifre record mai viste prima – 86%, però violando gli accordi internazionali di base.

Questo ha significato che la Russia è passata all’espansionismo aperto di stampo imperiale. E il primo compito del nuovo “imperatore” russo, esattamente come nel Settecento, è quello di “domare” l’Ucraina.

Ma la società ucraina si è rivelata matura e attiva. Inaspettatamente per la maggior parte degli esperti sia russi che occidentali, le Forze Armate Ucraine, la Guardia Nazionale, Il Servizio di sicurezza sono riusciti a mobilitarsi e a controbattere la sfida.

Nello stesso tempo con le elezioni presidenziali vinte da Petro Poroshenko che è diventato il leader legittimo, la guerra è passata alla fase successiva. Vorrei sottolineare: è la guerra con il regime di Putin. Il suo scopo è la distruzione della statalità ucraina nei suoi confini moderni il che permetterebbe alla Russia di tornare al modello imperialista.

Per la Russia, “domare” l’Ucraina è un passo verso la ricostruzione dell’ordine mondiale nei propri interessi, la piazza d’armi per il futuro avanzamento verso l’Europa. Proprio per questo motivo l’Ucraina è stata l’ultimo bastione della civilizzazione occidentale. Sono sicuro che nessuno in questa sala vuole vedere nuovi frontiere con la Russia sul fiume Vistola in Polonia, o forse addirittura sull’Oder in Germania.

Bisogna menzionare un altro importante aspetto della guerra russo-ucraina, e cioè, due territori problematici: la Crimea e il cosiddetto Donbass.

Da una parte, la Crimea oggi è diventata una base militare russa molto potente che minaccia i Paesi della Regione del Mar Nero, dall’altra, è diventata una penisola di paura dove si sta violando tutti i diritti principali umani, particolarmente siamo addolorati da tutto che rigarda l’oppressione dei tartari di Crimea, il popolo autoctone di Crimea.

Che riguarda la situazione in alcuni territori delle regioni di Donetsk e Luhansk bisogna notare che su un territorio molto limitato è concentrata una quantità enorme di armamenti: fino a 700 carri armati, qualche centinaio di sistemi d’artiglieria di calibro superiore al 100 mm, decine di complessi missilistici. Sono mobilitati più di 42 mila persone fra i ribelli e i soldati russi. Tutto questo – sotto il comando degli ufficiali russi.

E adesso qualche parola sulla cosidetta tregua dopo la firma degli accordi di Minsk. Oggi la Russia, dopo il fallimento del suo piano della “guerra rapida”, si è concentrata sul dissanguamento delle risorse ucraine. Lo scopo principale oggi è di mandare in rovina la nostra economia, la sfera sociale e di destabilizzarla politicamente, anche tramite intimidazioni e minacce, usando a questo scopo gli attentati nelle città ucraine di Kharkiv e Odessa.

Per stabilizzare la situazione e invertire le tendenze negative, l’Ucraina, invece, ha bisogno di attirare le risorse esterne.

Proprio per questo il sostegno economico e anche militare al mio paese, insieme con le sanzioni europei e americani contro la Russia sono molto importanti. Non siamo così ingenui da credere che le sanzioni in se costringeranno la Russia ad abbandonare la sua politica nei confronti dell’Ucraina. Però le sanzioni, assieme all’aiuto economico all’Ucraina, sono un elemento importante nello sviluppo geopolitico e geo-economico della situazione internazionale nella regione e inducono pressione sul regime di Mosca.

Vorrei essere chiaro e spiegarVi la strategia ucraina nella risoluzione della guerra e nella costruzione di un nuovo stato di tipo europeo: la realizzazione totale degli Accordi di Minsk, in particolare, il ritiro di tutti gli armamenti pesanti e dei soldati russi dal territorio dell’Ucraina, il rinnovo del controllo ucraino sulla parte del confine comune (sono circa 350 km) con la partecipazione di osservatori internazionali e lo svolgimento delle elezioni locali sulla base della legislazione ucraina, in accordo con gli standard e le norme OSCE.

Nello stesso tempo, l’Ucraina sta costruendo uno stato efficiente includendo la lotta alla corruzione, le riforme dell’attività statale, la riduzione delle funzioni dello stato. Non è meno importante lo sviluppo della società civile, della politica linguistica quando, parallelamente con la lingua ufficiale ucraina, sarà sostenuto l’uso delle lingue regionali e quelle delle minoranze etniche.

L’Ucraina è determinata a finire con il passato imperialistico, soprattutto con l’eredità del regime di Stalin. Bisogna capire che questo regime non è un patrimonio storico dell’Ucraina, è il nostro dolore e tragedia. Né Stalin, né Lenin erano fenomeni di origine ucraina. E’ noto che Stalin odiava la cultura, le tradizioni e la lingua ucraina e fece molto per sradicarla. Lui spedì in Siberia o ammazzò i migliori rappresentanti dell’intellighenzia ucraina, così come fece anche Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale. 

Proprio per questo, rinunciando alla dittatura staliniana, stiamo tornando alle nostri radici nazionali storiche. Per questo abbiamo deciso di educare in Ucraina le nuove generazioni sui migliori esempi delle tradizioni nazionali ed europee, sui valori europei, ed è per questo abbiamo vietato la propaganda sia del passato nazista che di quello comunista. Rispondendo al titolo del nostro Convegno io vedo l’Ucraina nel prossimo futuro come un paese democratico ed europeo con la economia sviluppata, libera e sociale. Spero tanto che in Italia troveremo molti sostenitori per questo nostro sviluppo.

Grazie a tutti.

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