Audizione informale presso la III Commissione Affari esteri nell’ambito dell’esame del Documento di consultazione congiunto “Verso una nuova politica europea di vicinato”
Ambasciatore dell’Ucraina in Italia Yevhen Perelygin
SULLA SCELTA STRATEGICA
Discutendo le nuove direzioni della politica europea di vicinato, bisognerebbe prendere in considerazione i cambiamenti che si sono verificati dal momento del lancio dell'iniziativa "Partenariato orientale" (PO) nel maggio 2009.
Il Summit di Riga svoltosi nel 2015 è diventato uno dei punti chiave per l’avvio del processo dell’elaborazione di una nuova strategia dell’UE riguardante il Partneriato orientale, la cui meta principale è prendere in considerazione sia la nuova realtà geopolitica nella regione che l’approccio individuale da parte dell’UE verso gli interessi individuali dei paesi-partner.
Uno dei risultati più importanti del Summit è la comprensione che i partner dell’Est non sono omogenei e quindi serve elaborare degli approcci e degli strumenti individuali, il cosidetto principio “more for more”. Il Summit di Riga ha evidenziato le velocità diverse all'interno del Partneriato orientale fra i tre partner che hanno firmato l’Accordo di associazione (Ucraina, Georgia, Moldova) rispetto agli altri partner che hanno scelto una strada diversa per lo sviluppo dei rapporti con l’UE.
Cosi, l’inziativa ha avuto una seconda vita ed ha creato le condizioni per i rapporti di partenariato con tutti paesi della regione.
In tutto ciò bisogna tenere presente l’approccio chiave dell’Ucraina verso il proseguimento dell’iniziativa: nonostante gli ultimi aggiornamenti rispetto al quadro della politica europea di vicinato, il Partenariato orientale rimane per noi una politica supplementare al nostro obiettivo principale.
Il nostro compito comune nel contesto di revisione della Politica del vicinato/Partneriato orientale dovrebbe essere quello di trasformare il Partneriato orientale in un’iniziativa con una prospettiva a lungo termine, con diverse velocità e soprattutto concentrata sugli ambiti prioritari. Un’iniziativa basata sui princìpi di differenziazione, “more for more”, della proprietà e delle responsabilità comuni.
SULLA VALUTAZIONE DI IMPATTO
L'anno più difficile nella storia del Partenariato orientale è stato anche l'anno di un importante passo avanti nella realizzazione dell’inziativa.
La firma dell’Accordo di associazione con l’Unione Europea ha creato le condizioni idonee per l’avvio di un ambizioso programma di riforme politiche ed economiche. Questo processo di riforme avrà nuovo slancio con l'inizio dell'applicazione della Zona di libero scambio (ZLS) che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2016. Da parte ucraina si vede la ZLS come la prima tappa di un complesso processo della piena integrazione economica e quindi politica.
Infatti l’integrazione del mercato ucraino di 45 milioni di abitanti con il mercato comune dell’UE, crea nuove possibilità per gli imprenditori italiani, nonché estende la loro attività economica e commerciale.
Il ruolo particolare del Partenariato orientale in questo senso dovrebbe essere quello di garantire un’efficace cooperazione per raggiungere gli obiettivi di integrazione economica dei partner interessati all'UE.
La conclusione di accordi di associazione da parte di tre paesi (l’Ucraina, la Georgia e la Moldova) ha portato soprattutto un nuovo dinamismo nel Partenariato orientale. I tre paesi affrontano infatti compiti e sfide simili soprattutto in ambito dell'attuazione della Zona di libero scambio. Gli impegni che intraprendiamo nel quadro degli accordi di associazione sono molto ambiziosi, e le rispettive riforme offriranno vantaggi soprattutto nel medio e lungo termine.
Infatti, l’espansione di valori comuni alla zona del partenariato orientale è impossibile senza il rafforzamento dei contatti umani. In particolare, si parla dei giovani. Ecco perché i leader dell’UE ed i paesi partner hanno delineato a Riga i passi da fare in ambito di mobilità. Il Summit di Riga ha confermato che le decisioni sull’eventuale abolizione dei visti per i cittadini ucraini si baseranno su criteri tecnici, e non politici. Ci aspettiamo l’abolizione dei visti per i cittadini ucraini nel anno 2016.
NOSTRI OBIETTIVI ATTUALI
Quale sviluppo ulteriore del Partenariato orientale vediamo per i prossimi anni?
Prima di tutto bisognerebbe fare i passi per lo sviluppo pratico delle decisioni prese dai precedenti vertici del Partenariato orientale che hanno già riconosciuto le vocazioni europee e la scelta europea di alcuni partner orientali. Ora, è giunto il momento di fare un passo successivo – almeno stabilire che gli accordi di associazione guiderebbero gli Stati aspiranti ad una relazione approfondita con l'UE. Per una realizzazone pratica di tale approccio noi proponiamo di redigere una road-map della “Prospettiva europea” in azione.
Per una veloce evoluzione e per andare avanti nella cosidetta road-map, bisogna avvalersi di potenzialità e strumenti del Partenariato orientale.
Un ulteriore nostro scopo per il successo del Partenariato orientale, che avrà l’impatto con i suoi risultati tangibili sulla popolazione dei nostri paesi, è la liberalizzazione dei visti.
L'Ucraina si è impegnata ad adempiere entro la fine di quest'anno a tutti gli obblighi imposti nel quadro della seconda fase del piano d’azione di liberalizzazione dei visti in modo che il regime di esenzione degli stessi potrebbe essere introdotto per i cittadini ucraini già dal 2016.
Altro obiettivo nostro nel quadro della rinnovata politica del vicinato sono gli ambiti concreti di collaborazione nel settore del business di medio-piccola dimensione. L'Italia con la sua storia e i suoi successi nello sviluppo di questo settore potrebbe diventare la locomotiva dello sviluppo di tale collaborazione nel quadro del Partenariato orientale.
Per l’Ucraina, una buona prospettiva si apre con lo sviluppo della politica TEN-T (Trans-European Transport Networks) che è uno degli strumenti più efficaci per l’integrazione dei mercati di trasporto dell’UE. Questo progetto, senza dubbio, aiuterà a unire la rete di trasporti trans-europea con quelle dei paesi-partner.
Il settore non meno importante della collaborazione nel quadro dell’iniziativa è la società civile e, soprattutto, i giovani che sono la forza trainante necessaria alla trasformazione degli Stati partner in democrazie sostenibili sulla base di valori comuni europei. A questo proposito, saranno necessari ulteriori sforzi per migliorare ulteriormente la cooperazione nel settore dell’istruzione, della gioventù e dell'area della cultura all'interno del Partenariato orientale. Il target dovrebbe essere il lavoro sull'esperienza di programmi e iniziative come Erasmus Mundus, Tempus e della Finestra del Partenariato orientale per la Gioventù.
Tale cooperazione contribuirà ad affrontare gli squilibri esistenti in materia di accesso dei giovani in Stati partner all'istruzione e al patrimonio culturale, nonché per aumentare la visibilità del Partenariato orientale della regione.
Progetti pratici e concreti per il grande pubblico, aumenterebbero la visibilità del Partenariato orientale e l’impegno generale dell'UE nella regione. L’ulteriore attuazione di essi potrebbe garantire l'evoluzione del Partenariato orientale per raggiungere un modello “pro-attivo” volto a rafforzare i valori comuni nella regione.
SUGLI STRUMENTI
Per l’Ucraina l’Accordo di associazione tra l’Ucraina e l’UE con la creazione della Zona di libero scambio globale e potenziato (ZLS), è uno strumento importantissimo nel processo della piena integrazione economica e quindi politica con l’UE.
Firmando questo Accordo abbiamo scelto di proseguire, sulla rotta europea, un'associazione politica profonda e l'integrazione economica tra l'UE e l'Ucraina. Grazie a questo documento la scelta europea dell'Ucraina è istituzionalizzata legando il futuro dell'Ucraina a quello dell'UE.
Il progresso nello svolgimento delle riforme interne strutturali previste dall’Accordo dovrebbe indurre l’UE a prendere in seria considerazione le aspirazioni dei paesi dell’Est, utilizzando tutti gli strumenti che sono stati usati in precedenza dai Paesi dell’Est Europa sul loro cammino verso l’integrazione europea.