Відкритий лист (італійською мовою) Посла України в Італії Є.Перелигіна керівництву депутатської фракції партії "Рух 5 зірок" у зв'язку з рішенням депутатів цієї партії відвідати Крим восени ц.р. :
D'INCA' Federico
Capogruppo del gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle alla Camera dei deputati della Repubblica Italiana
DI STEFANO Manlio
portavoce M5S alla Camera
Roma, 30 luglio 2015
Egregio Onorevole D’Incà,
Con grande sconcerto e preoccupazione abbiamo appreso ieri la notizia sulla decisione dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle di fare ad ottobre una visita in Crimea temporaneamente occupata dalla Federazione Russa.
Leggendo la dichiarazione del portavoce M5S alla Camera l’On. Manlio Di Stefano sul “rispetto della sovranità” ci tengo a precisare che tale visita contradirà a questa posizione. Dovrei ricordarvi che la Crimea è una parte integrante del territorio dell'Ucraina, occupata e annessa alla Federazione Russa in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e degli accordi bilaterali, compreso il trattato del 1997 tra l'Ucraina e la Federazione Russa, il Memorandum di Budapest del 1994, i documenti di base delle Nazioni Unite, l'OSCE e altre organizzazioni internazionali.
La visita organizzata senza il consenso della Parte ucraina viola il diritto internazionale e la legislazione nazionale ucraina; in particolare costituisce una grave violazione del Regolamentio dell’ingresso (e dell’uscita) nel territorio temporaneamente occupato dell’Ucraina, approvato dal Gabinetto dei Ministri dell’Ucraina nr 367 del 4 Giugno 2015 (in allegato).
Inoltre, non posso tralasciare l’approccio del Vostro partito verso la situazione in Ucraina e le sanzioni contro la Federazione Russa. Il mio Paese è stato vittima di una politica aggressiva solo perché difende i valori europei, dichiarando la sua piena adesione al progetto comune europeo, di cui si sente parte integrante. Nel febbraio 2014 la Russia ha proceduto all’annessione della Crimea tramite un “referendum” fasullo dopo un’invasione aperta dei militari russi. Quindi, di che regolarità del “referendum” stiamo parlando? Ora la Crimea è divenuta, da una parte, la base militare russa molto potente che minaccia i Paesi della Regione del Mar Nero; dall’altra, una penisola di paura, dove si stanno violando tutti i principali diritti umani, in particolare i diritti del popolo dei Tatari di Crimea (il popolo autoctono della Crimea).
Per contenere l’espansionismo russo e ristabilire l’ordine mondiale, palesemente violato dalla Russia con l’annessione della Crimea e l’occupazione dei territori orientali dell’Ucraina, le potenze democratiche mondiali hanno deciso di utilizzare lo strumento delle SANZIONI. Tali misure restrittive riguardano i visti, il congelamento dei beni di 150 persone fisiche e 37 entità russe, l’esportazione di armamenti e tecnologie militarmente sensibili. Le sanzioni finanziarie sono state applicate a cinque banche statali russe e a sei compagnie statali che hanno contribuito direttamente all’annessione militare della Crimea alla Russia, all’appropriazione indebita dei fondi statali ucraini e alla successiva guerra nel Donbas. Queste sanzioni imposte dall’Ue alla Russia non riguardano l’interscambio commerciale fra Italia e Russia, ma singole persone, istituzioni e aziende ritenute responsabili della crisi ucraina. Quindi, il peso “sul nostro tessuto economico” di cui parla l’On. Di Stefano, non è dovuto alle sanzioni europee ma a quelle che invece ha imposto la Russia; e proprio per questo motivo sarebbe il caso di protestare presso il governo russo.
Non siamo così ingenui da credere che le sanzioni in sé costringeranno la Russia ad abbandonare la propria politica nei confronti dell’Ucraina. Tuttavia, le sanzioni sono un elemento importante per fare pressione sul regime di Mosca affinché rispetti gli Accordi di Minsk e, in particolare: il ritiro di tutti gli armamenti pesanti e dei soldati russi dal territorio dell’Ucraina; il rinnovo del controllo ucraino sulla parte del confine comune (circa 350 km) con la partecipazione di osservatori internazionali; lo svolgimento delle elezioni locali sulla base della legislazione ucraina, in accordo con gli standard e le norme OSCE.
Confidiamo che le considerazioni di cui sopra non rimangano senza un’attenzione da parte Sua, e auspichiamo altresì che il Vostro partito possa fare le valutazioni obiettive e imparziali sull’aggressione russa contro il nostro Paese, una realtà drammatica, non immaginabile nel XXI secolo. La rassicuro sulla mia disponibilità a incontrarLa nei tempi a Lei più comodi, per poter parlare delle minacce e delle sfide che in questi tempi vengono poste dinnanzi alla nostra casa comune europea.
L’occasione mi è particolarmente gradita per inviarLe i miei più cordiali saluti.
Yevhen Perelygin