L’ Istituto di Ricerca di Economia e Politica Internazionale, con il presidente Domenico Letizia, ha partecipato ad un tavolo di lavoro su “Europa: Ucraina e allargamento ai nuovi paesi come opportunità di sviluppo“, con la partecipazione dell’Ambasciatore della Repubblica di Ucraina Yevhen Perelygin e organizzato dall’Associazione Europa: le reti in rete con Stefania Schipani. Tra gli illustri presenti Antonio Stango, presidente della Federazione Italiana dei Diritti Umani. Durante i lavori si è affrontata la problematica dell’Ucraina in rapporto al futuro dell’Europa e dossier specifici quali energia, terrorismo, aggressione russa e opportunità imprenditoriali nel paese. Gli accordi di modernizzazione con l’Ucraina sono importanti perché importanti sono le opportunità commerciali e imprenditoriali con il paese. Non c’è dubbio che gli ultimi 5 anni siano stati probabilmente i più intensi nella storia moderna dell’Ucraina. Un settore d’investimento e di crescita in Ucraina sarà sempre più quello delle energie rinnovabili. L’annuncio di convertire la superficie colpita dal disastro di Chernobyl in un impianto di 1000MW è divenuta la scintilla per lo sviluppo delle rinnovabili: investitori internazionali provenienti da Stati Uniti d’America, Canada, Cina e Germania si sono interessati al progetto e al mercato ucraino. L’Ucraina potrebbe produrre il 21,8% del proprio fabbisogno grazie alle energie rinnovabili. Attraverso la promozione di investimenti in tecnologie ad alta efficienza energetica, l’Unione Europea deve sostenere il paese nel graduale processo di riduzione del fabbisogno energetico complessivo e nella diffusione di progetti per l’estensione della tutela ambientale. L’intenzione che anima il piano energetico ucraino è quello di implementare la quota di energia fornita dall’eolico portandola a 2.28 GW entro il 2020. Per comprendere a fondo le dimensioni del piano, basti focalizzare l’attenzione sull’analisi che si tratterebbe di una crescita del 500% rispetto agli attuali 410 MW su cui può contare l’Ucraina. Il più grande potenziale energetico eolico è ubicato nelle grandi aree adiacenti al Mar Nero e al Mar Azov, nella zona dei Carpazi, dei Transcarpazi e dei Carpazi inferiori. Non solo eolico, però, visto che il piano energetico di Kiev punta con decisione su tutte le fonti rinnovabili, in modo da far dipendere sempre meno il paese dalle forniture estere, con deciso sollievo delle casse statali. Inoltre, per quanto riguarda i problematici rapporti tra la Russia di Putin e l’Ucraina, recentemente l’Organizzazione Non Governativa Freedom House ha pubblicato un dettagliato rapporto sulle condizioni della Penisola di Crimea dall’occupazione russa. Il rapporto analizza lo stato di deterioramento dei diritti umani in Crimea con l’avvio dell’occupazione e dell’annessione della regione, già autonoma, alla Federazione Russa. La situazione di elevata criticità inizia nel Febbraio 2014 e continua ad intensificarsi a causa della legislazione russa che impone una serie di misure oppressive per la popolazione della regione. Provvedimenti legislativi che non sono conosciuti all’estero e che l’informazione occidentale “dimentica” di pubblicare. Tra le nuove disposizioni vi è la prescrizione della cittadinanza russa, restrizioni alla libertà di parola e di associazione, acquisizione di beni privati e dello stato ucraino da parte delle autorità russe, misure repressive sui media indipendenti, persecuzione verso i critici dell’annessione, minacce e persecuzioni nei confronti di minoranze religiose e gruppi etnici percepiti come sleali e non graditi al nuovo ordine istituzionale. L’ambasciatore Yevhen Perelygin ha confermato le preoccupazioni circa lo stato attuale dei cittadini ucraini in Crimea e lanciato l’idea di un convegno specifico, da tenersi il prossimo autunno, sulla violazione dei diritti umani in Crimea.